Gruppo strumentale MosaicoMusicale

Strumenti

L’Ensemble “MosaicoMusicale” nasce dalla volontà dei suoi fondatori di continuare a valorizzare gli strumenti a pizzico: mandolino, mandola , mandoloncello e chitarra.

Brescia ha una antica tradizione di orchestre a plettro sin dai primi anni del Novecento.

Il nostro gruppo ha una formazione cameristica formata da sei esecutori che hanno sviluppato una lunga esperienza in organici di altre orchestre a pizzico, conseguendo anche studi accademici, diploma o laurea in Conservatorio. La maggioranza di essi ha iniziato a studiare sotto la guida di Giovanni Ligasacchi e Rosa Messora presso il Centro Giovanile bresciano di educazione Musicale. A questa formazione si aggiungono, secondo necessità, altri strumenti, anche a fiato, che ben si completano con questo tipo di organico. Il gruppo cameristico tende a valorizzare il repertorio di musica originale per strumenti a plettro, con particolare interesse ai compositori del periodo barocco e rinascimentale, ma non tralasciando il repertorio contemporaneo.

Grazie alla ricerca e allo studio di Talia Elisa Benasi, che si occupa della direzione, il gruppo, seppur di recente costituzione, ha un archivio musicale di oltre cento composizioni originali per questo organico.

L’origine del mandolino risale alla prima metà del XVII secolo: mentre alla metà del Settecento risale invece l’inizio della produzione di mandolini napoletani da parte della celebre “Casa Vinaccia” di Napoli. Questi mandolini sono quasi tutti ricchi di intarsi e filettature d’avorio e madreperla lungo il manico e si deve proprio ai Vinaccia l’applicazione delle corde di acciaio in sostituzione di quelle in ottone e budello, nel primo Ottocento. Il repertorio di musiche per mandolino è pressoché illimitato, potendosi adattare a questo strumento vari tipi di musica. È inoltre possibile utilizzare parte del repertorio violinistico, dal momento che il mandolino ha la stessa accordatura del violino. Nella sua storia il mandolino è stato impiegato anche nella musica cosiddetta colta e nell’opera lirica. Lo stesso Antonio Vivaldi compose alcuni concerti per uno o due mandolini e orchestra. Wolfgang Amadeus Mozart lo inserì nel suo Don Giovanni e Ludwig van  Beethoven gli dedicò quattro sonatine. Tra i più importanti mandolinisti del Novecento si ricordano Raffaele Calace (compositore, esecutore e liutaio) e Giuseppe Anedda, virtuoso concertista e docente della prima cattedra di conservatorio italiana di mandolino (Padova, 1975). Sul pentagramma, la chiave di lettura usata per suonare il mandolino è la chiave di sol.

Il gruppo ha sede in Brescia e non persegue finalità di lucro.